Le Dolomiti
Il 26 giugno 2009 le Dolomiti sono state iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, per la loro bellezza e unicità paesaggistica e per la loro importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico. Si tratta di 9 aree di cui la più grande, denominata “Dolomiti Settentrionali” comprende i Parchi Naturali delle Dolomiti d’Ampezzo, di Fanes – Senes – Braies e il Parco Naturale delle Tre Cime.
Il “paesaggio dolomitico” è caratterizzato da una vasta gamma di forme e colori. Le morbide fasce verdi dei boschi e delle praterie contrastano con verticali pareti rocciose, arricchite di guglie, torrioni, forcelle, canaloni, circhi glaciali, altipiani e canyon profondi.
Le rocce di queste montagne hanno avuto origine nel periodo Triassico (circa 250 milioni di anni fa) dall’accumulo di alghe, spugne, conchiglie, coralli e altri organismi marini in una zona con latitudine e longitudine molto diversa dall’attuale, dove esistevano mari caldi e poco profondi.
Questi sedimenti, trasformati in roccia, si sono poi sollevati a causa dello scontro tra la placca europea e la placca africana molto al di sopra del livello del mare. Infine gli agenti atmosferici, in particolare gli immensi ghiacciai delle ere glaciali, ma anche pioggia, vento e forza di gravità hanno contribuito a modellare ciò che vediamo oggi.
Gli scienziati trovano nelle Dolomiti importantissime testimonianze sui periodi evolutivi della storia della terra, in particolare nell’intervallo tra il Permiano Superiore e il Cretaceo (tra 270 e 120 milioni di anni fa). È in questi paesaggi che si possono ammirare antiche scogliere fossili e vari ambienti tropicali del Mesozoico, con anche testimonianze di una forte attività vulcanica e di alcune importanti estinzioni di massa. È qui che si può camminare, senza rendersene conto, su di un’antica isola o su di una laguna, oppure scendere lungo un pendio, un tempo sommerso dal mare più profondo.
Il nome delle Dolomiti proviene dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo notò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, il nuovo minerale venne
chiamato dolomite (carbonato doppio di calcio e magnesio). In seguito, alcuni alpinisti inglesi le nominarono come “Dolomite Mountains” e infine fu coniato il nome Dolomiti.
Proprio per la particolare composizione chimica, queste rocce stabiliscono con la luce uno speciale legame. All’alba e al tramonto appaiono color oro, rosa e arancio, il particolare fenomeno è chiamato “Enrosadira”, dal termine ladino “che gira al rosa” (il ladino è l’antica lingua degli abitanti delle Dolomiti). In pieno sole invece le Dolomiti appaiono chiare, tanto che la tradizione popolare le ha chiamate i Monti Pallidi.
“Avvicinatevi, vi prego, esaminate questo spettacolo che senza ombra di dubbio è una delle cose più belle, potenti e straordinarie di cui questo pianeta disponga… Sono pietre o nuvole? Sono vere oppure è un sogno?”
Dino Buzzati, Le montagne di vetro, 1956